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20 ottobre 2025

Il ruolo della sericina come modulatore dei processi infiammatori

La sericina rappresenta una componente proteica costituita da circa 17-18 aminoacidi differenti, con una predominanza di serina, acido aspartico e glicina. Questo complesso polipeptidico si forma naturalmente nella seta e per decenni è stato scartato come rifiuto industriale dai processi di produzione serica. La sua azione antinfiammatoria si esplica attraverso un meccanismo multifattoriale che coinvolge la soppressione di specifiche vie di segnalazione infiammatoria e l'inibizione della produzione di molecole chiave nella mediazione dell'infiammazione.

Il principale valore terapeutico della sericina risiede nella sua capacità di interferire con i processi biologici che mantengono attiva la cascata infiammatoria. A differenza di molti farmaci antinfiammatori sintetici, l'azione della sericina avviene attraverso il riconoscimento e l'alterazione di specifici pathway cellulari che controllano la genesi e la perpetuazione dell'infiammazione. Questa caratteristica la rende particolarmente interessante dal punto di vista farmacologico, poiché permette un'interferenza selettiva con i meccanismi patologici senza necessariamente bloccare completamente i processi fisiologici di difesa dell'organismo.

Inibizione delle vie di segnalazione NF-κB e MAPK

Uno dei meccanismi attraverso cui la sericina esercita il suo effetto antinfiammatorio coinvolge l'inibizione della via di segnalazione NF-κB (fattore nucleare kappa B). Questa proteina è un fattore di trascrizione cruciale che si trova normalmente nel citoplasma delle cellule in uno stato inattivo, legata a proteine inibitorie. Quando la cellula riceve segnali infiammatori, particolarmente da agenti patogeni o mediatori dell'infiammazione come il lipopolisaccaride (LPS), il complesso NF-κB si dissocia dai suoi inibitori e traslocazione nel nucleo, dove attiva la trascrizione di geni proinfiammatori.

La ricerca scientifica ha dimostrato che la sericina è in grado di impedire questa attivazione del complesso NF-κB, mantenendo il fattore di trascrizione in uno stato inattivo nel citoplasma. In studi specifici, quando cellule macrofagiche (la linea cellulare RAW 264.7) sono state esposte a LPS in presenza di sericina, è stata osservata una riduzione significativa dell'attivazione nucleare di NF-κB. Questo effetto si traduce in una minore espressione dei geni che codificano per le citochine proinfiammatorie.

Allo stesso tempo, la sericina influenza anche il pathway MAPK (mitogen-activated protein kinase), un'altra via di segnalazione cellulare implicata nella regolazione dell'infiammazione. Le MAPK costituiscono una famiglia di proteine chinasi che trasmettono segnali dal citoplasma al nucleo in risposta a stimoli infiammatori e crescita cellulare. L'inibizione di questi percorsi da parte della sericina contribuisce a ridurre ulteriormente la traslazione dei segnali pro-infiammatori all'interno della cellula, creando un effetto sinergico con l'inibizione di NF-κB.

La soppressione di COX-2 e l'inibizione della produzione di ossido nitrico

La cicloossigenasi-2 (COX-2) è un enzima fondamentale nella mediazione dell'infiammazione e del dolore. Quando l'infiammazione si innesca, i livelli di COX-2 aumentano significativamente nelle cellule, portando alla produzione di prostaglandine, molecole segnale che amplificano la risposta infiammatoria e il dolore associato. Gli studi hanno documentato che la sericina è in grado di reprimere l'espressione genica di COX-2 in modo dose-dipendente, con una significativa riduzione già a concentrazioni di 2,5-10 mg/mL. Questa capacità di modulare l'attività di COX-2 rappresenta uno dei meccanismi più importanti dell'azione antinfiammatoria della sericina.

Contemporaneamente, la sericina agisce anche inibendo la sintasi dell'ossido nitrico inducibile (iNOS). L'ossido nitrico prodotto da iNOS svolge un ruolo cruciale nell'infiammazione, poiché partecipa alla regolazione della risposta immunitaria e dei processi infiammatori. Un'eccessiva produzione di ossido nitrico è associata a numerose patologie infiammatorie croniche. La sericina interviene nel bloccare la trascrizione del gene iNOS, riducendo in questo modo la produzione di ossido nitrico a livello cellulare. Questo duplice meccanismo di inibizione di COX-2 e iNOS rappresenta un approccio terapeutico particolarmente efficace, poiché i due enzimi operano contemporaneamente nella cascata infiammatoria.

La modulazione delle citochine proinfiammatorie: TNF-α, IL-6 e IL-1β

Le citochine proinfiammatorie costituiscono il sistema comunicativo centrale dell'infiammazione. Tra queste, il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α) rappresenta una delle molecole chiave che orchestrano la risposta infiammatoria sistemica. Quando rilasciato da cellule immunitarie come i macrofagi, il TNF-α circola nel corpo attraverso il flusso ematico e si lega a recettori cellulari specifici, amplificando il segnale infiammatorio. Gli studi hanno mostrato che la sericina è in grado di ridurre significativamente la produzione e la secrezione di TNF-α da parte di monociti e macrofagi stimolati.

L'interleuchina-6 (IL-6) opera in modo complementare al TNF-α, agendo come mediatore dell'infiammazione sia a livello locale che sistemico. Elevate concentrazioni di IL-6 sono associate a condizioni croniche infiammatorie come l'artrite reumatoide, le malattie infiammatorie intestinali e la psoriasi. Ricerche specifiche hanno documentato che la sericina, quando assunta per via orale, riduce significativamente i livelli circolanti di IL-6 nel siero ematico. Questo effetto suggerisce che la sericina non agisce esclusivamente a livello locale, ma è in grado di modulate la cascata infiammatoria sistemica.

L'interleuchina-1 beta (IL-1β) rappresenta un'altra citochina cruciale nella fase iniziale dell'infiammazione. Prodotta principalmente da macrofagi e cellule epiteliali in risposta a stimoli infiammatori, IL-1β attiva le cellule endoteliali, favorisce l'infiltrazione di cellule immunitarie nei tessuti e promuove la produzione di altre citochine. Studi in vitro su colture di macrofagi alveolari hanno dimostrato che l'aggiunta di sericina al mezzo di coltura riduce la produzione di IL-1β in modo dose-dipendente. Questi risultati sono stati confermati anche in modelli in vivo, dove l'applicazione locale di creme a base di sericina all'8% su ferite ha determinato una diminuzione significativa di IL-1β nei tessuti interessati.

L'interleuchina-18 e il controllo della cascata infiammatoria extended

Oltre alle citochine classicamente note, la sericina mostra un'attività inibitoria anche nei confronti dell'interleuchina-18 (IL-18), una citochina che amplifica l'infiammazione attraverso meccanismi strettamente correlati a IL-1β. IL-18 favorisce la produzione di interferon-gamma (IFN-γ) e amplifica la risposta infiammatoria innata. La capacità della sericina di ridurre i livelli di IL-18 agisce quindi come un ulteriore livello di controllo della cascata infiammatoria, impedendo l'amplificazione del segnale attraverso questa via secondaria.

Modulazione del profilo Th1/Th2: la sericina come immunomodulatore

Un aspetto affascinante dell'azione della sericina consiste nella sua capacità di modulare l'equilibrio tra la risposta immunitaria di tipo Th1 (cellule T helper 1) e di tipo Th2 (cellule T helper 2). Questo equilibrio è fondamentale per mantenere l'omeostasi immunitaria. Studi su macrofagi trattati con sericina di basso peso molecolare (inferiore a 10 kDa) hanno rivelato un'upregolazione selettiva di specifiche citochine, in particolare CXCL9, IL12A, BMP7 e IL10, con conseguente sviluppo di un profilo Th1/Th2 bilanciato. Questo non significa semplicemente soppressione indiscriminata dell'infiammazione, che sarebbe controproducente dal punto di vista della difesa immunitaria, ma piuttosto un riequilibrio della risposta verso uno stato di omeostasi.

L'aumento dell'interleuchina-10 e il ruolo protettivo delle citochine antinfiammatorie

Parallelamente alla riduzione delle citochine proinfiammatorie, la sericina favorisce l'aumento dei livelli di interleuchina-10 (IL-10), una citochina fortemente antinfiammatoria e immunoregolatoria. IL-10 opera come un freno naturale del sistema immunitario, inibendo la produzione di citochine proinfiammatorie da parte dei macrofagi e cellule dendritiche. L'effetto della sericina nell'aumentare IL-10 è stato documentato in studi sia in vitro che in vivo. In particular, quando la sericina viene assunta per via orale, i livelli di IL-10 nel siero ematico aumentano in modo significativo, creando un ambiente biologico più favorevole al controllo dell'infiammazione. Questo aumento di IL-10 non è dovuto a una stimolazione diretta delle cellule produttrici, quanto piuttosto al ristabilimento di un equilibrio fisiologico tra i diversi tipi di citochine.

Il ruolo della sericina nella polarizzazione macrofagica

I macrofagi rappresentano le cosiddette "sentinelle" del sistema immunitario innato e sono in grado di adottare due diversi stati funzionali, denominati M1 (pro-infiammatorio) e M2 (anti-infiammatorio). I macrofagi M1 producono elevate quantità di citochine proinfiammatorie come TNF-α e IL-6, mentre i macrofagi M2 producono citochine antinfiammatorie e favoriscono i processi di riparazione tissutale. La ricerca ha documentato che la sericina promuove la polarizzazione dei macrofagi verso il fenotipo M2, riducendo contemporaneamente la proporzione di macrofagi M1. Questo cambiamento nella popolazione macrofagica contribuisce significativamente all'effetto antinfiammatorio complessivo della sericina.

Studi di microscopia a fluorescenza hanno mostrato una chiara alterazione dei marcatori superficiali macrofagici quando esposti a sericina, con riduzione di iNOS (marcatore M1) e aumento di Arg-1 (marcatore M2). Questo effetto è stato ulteriormente confermato mediante citofluorimetria, che ha rivelato uno shift nella popolazione di macrofagi dal fenotipo infiammatorio a quello riparatore. Una simile polarizzazione è particolarmente rilevante nel contesto della guarigione delle ferite, dove i macrofagi M2 giocano un ruolo centrale nel controllo dell'infiammazione e nella promozione della riparazione tissutale.

Effetto della via di somministrazione sull'azione antinfiammatoria

Un aspetto importante emerso dalla ricerca scientifica riguarda la modalità di somministrazione della sericina. L'assunzione per via orale di sericina produce un profilo di risposta antinfiammatorio coerente, con riduzione delle citochine proinfiammatorie centrali e aumento di IL-10. Tuttavia, l'iniezione endovenosa produce effetti apparentemente paradossali, con aumento iniziale di TNF-α, IL-6 e IL-12 e riduzione transitoria di fattori antinfiammatori. Questo suggerisce che la sericina, quando assunta per via orale, subisce un'elaborazione nel tratto gastrointestinale che ne modula l'attività biologica, mentre l'iniezione diretta nel circolo ematico può attivare temporaneamente la risposta innata. Pertanto, per le applicazioni antinfiammatorie, la via orale risulta essere quella più appropriata, particolarmente utile in condizioni come la colite ulcerosa e altre malattie infiammatorie intestinali.

La sericina irradiata con raggi gamma e i meccanismi di potenziamento dell'immunità

Trattamenti particolari della sericina, come l'irradiazione con raggi gamma a 5 kGy, hanno dimostrato proprietà immunopotenzianti interessanti. La sericina irradiata (I-sericina) aumenta significativamente la proliferazione di cellule immunitarie e l'attivazione di cellule natural killer (NK), contemporaneamente a una riduzione più pronunciata dell'infiammazione indotta da lipopolisaccaride. In studi su topi alimentati con I-sericina per quattro settimane e successivamente trattati con LPS, è stata osservata una proliferazione significativamente aumentata di linfociti e una diminuzione della secrezione di citochine infiammatorie. Questo suggerisce che trattamenti specifici della sericina possono potenziare i suoi effetti immunomodulatori, anche se i meccanismi esatti di come l'irradiazione modifii la struttura proteica rimangono ancora in parte da chiarire.

Applicazione della sericina in condizioni patologiche specifiche

La capacità della sericina di modulare le citochine proinfiammatorie la rende particolarmente promettente nel trattamento di condizioni caratterizzate da un profilo infiammatorio alterato. Nella psoriasi, una malattia autoimmune della pelle, studi su cellule mononucleate del sangue periferico di pazienti psoriasici hanno dimostrato che sia la sericina da sola che in combinazione con altri fitocostituenti riduce significativamente l'espressione genica e la produzione di TNF-α, IL-6, IL-23 e IL-12p40. Questi risultati suggeriscono che la sericina potrebbe rappresentare un approccio complementare nel trattamento delle malattie infiammatorie dermatologiche.

Nel contesto della guarigione delle ferite, la capacità della sericina di modulare il profilo infiammatorio si traduce in un'accelerazione del processo riparativo. Quando incorporata in scaffold tissutali insieme a supernatanti di cellule staminali mesenchimali stimolate da citochine proinfiammatorie, la sericina favorisce la polarizzazione macrofagica verso il fenotipo M2, promuove l'angiogenesi, stimola la re-epitelizzazione e aumenta la deposizione di collagene. Tutti questi effetti contribuiscono a una guarigione più rapida ed efficace delle ferite in modelli animali.

La concentrazione ottimale e la curva dose-risposta

Un elemento importante per l'applicazione clinica della sericina riguarda l'identificazione della concentrazione ottimale. Gli studi indicano che l'effetto antinfiammatorio è generalmente dose-dipendente, ma con una finestra terapeutica ben definita. Concentrazioni nell'intervallo di 0,1-10 mg/mL mostrano gli effetti più significativi in modelli cellulari, mentre concentrazioni eccessive (>1 mg/mL in alcune applicazioni) possono determinare una riduzione della vitalità cellulare. Questa curva dose-risposta non lineare sottolinea l'importanza di formulazioni standardizzate e ricerca del dosaggio ottimale per specifiche applicazioni cliniche.

Un vantaggio terapeutico cruciale della sericina consiste nella sua elevata biocompatibilità e nella mancanza di immunogenicità intrinseca. Mentre studi precedenti suggerivano una potenziale capacità della sericina di elicitare una risposta immune, ricerche più recenti hanno chiarito che questa reattività si verifica solo quando la sericina rimane fisicamente associata alla fibroina serica, il suo complesso proteico naturale. La sericina purificata non induce effetti immunogenici significativi, rendendola idonea per applicazioni biomediche. Questa mancanza di immunogenicità rappresenta un vantaggio significativo rispetto a molti antinfiammatori sintetici, che possono generare risposte immunitarie avverse in una frazione di pazienti.

La biodegradabilità della sericina è un altro attributo favorevole. Non rimane come corpo estraneo nel corpo, ma viene progressivamente degradata dal sistema proteolitico endogeno. Questa caratteristica è particolarmente importante quando la sericina viene utilizzata in scaffold per la medicina rigenerativa, dove una degradazione controllata è essenziale per permettere la sostituzione della struttura proteica con tessuto neoformato.

Prospettive e potenziale clinico

La ricerca sulla sericina antinfiammatoria si trova in una fase di transizione tra gli studi preclinici e le applicazioni cliniche. La caratterizzazione molecolare sempre più precisa dei suoi meccanismi di azione, combinata con l'identificazione di modelli animali predittivi, porta gli studi clinici verso diverse patologie infiammatorie. Le potenzialità più interessanti riguardano le malattie infiammatorie intestinali, l'artrite reumatoide, le dermatiti infiammatorie e il miglioramento dei processi di guarigione di ferite croniche. Inoltre, la capacità della sericina di modulare l'equilibrio Th1/Th2 potrebbe risultare particolarmente utile in condizioni caratterizzate da una disregolazione del sistema immunitario adattativo.

 

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